Galata Museo del Mare
CUORE D’OLTREMARE : CAROLINA ITALIANI DIPINGE
THE OCEAN RACE 2023
Nell’oltremare, a bordo delle vele, ci porta la mostra di Carolina Italiani dedicata al Trofeo The
Ocean Race e allestita dal 16 giugno al 3 luglio al Galata Museo del Mare di Genova.
L’evento, giunto alla sua 14° edizione, è un appuntamento atteso nel mondo delle regate per il
valore sportivo e non solo. Partite a gennaio da Alicante, in Spagna, si sfidano per 60.000
chilometri attorno al mondo cinque squadre della classe Imoca, mentre sei squadre della classe
V065 gareggiano in tre tappe del percorso per il nuovo trofeo The Ocean Race V065 Sprint Cup.
Porto d’arrivo, previsto il primo luglio e per la prima volta nel Mediterraneo e in Italia, Genova.
E Genova è presente con un suo team, l’Austrian Ocean Racing powered by team Genova, a cui è in
particolare dedicata una serie di raffigurazioni. Due gli italiani tra i membri dell’equipaggio, Cecilia
Zorzi e Alberto Riva.
Navigatori, ingegneri e meteorologi sono imbarcati in questa avventura, perchè The Ocean Race è
anche occasione per occuparsi dello stato attuale dell’ambiente oceanico. Durante la permanenza a
Capo Verde, prima tappa del viaggio, The Ocean Race prenderà parte alla famosa Ocean Week,
incentrata sui temi della sostenibilità locale e internazionale.
L’esposizione mette a fuoco le declinazioni di un discorso sul mare e sul cielo presente tra i temi
chiave dell’artista. Coniugando oggettività dello sguardo e soggettività, l’autrice raffigura il mare
cercando di coglierne i plurali aspetti concreti e simbolici. Mare e cielo si muovono per andare uno
incontro all’altro. Panorami e figure appaiono quasi rarefarsi fino a confluire insieme, mentre
vengono assorbiti in campiture aperte nella convergenza tra i due livelli dimensionali. Si ha in
questo modo l’impressione che cada la distinzione tra interno ed esterno e colui che osserva venga
rapito nel dipinto.
Ogni barca è scafo e vele, uomini, libertà. E la libertà appunto, la fragilità e la forza, la meraviglia
del mare costituiscono la base poetica della presente rassegna.
Fluidi, acquerelli e pastelli percorrono la rotta e seguono gli equipaggi, tracciando disegni e
contorni senza con ciò definire confini e l’impressione è sempre quella di soggetti mobili, liquidi nel
paesaggio liquido. La pennellata di Carolina sfuma in chiaroscuri frementi la luce, la quale in ogni
tonalità si frange in guizzi e bagliori eburnei, seguendo il moto delle onde, delle nuvole che si
gonfiano e sfilacciano nel vento. Natanti e persone sono presenza dinamica che pare sciogliersi
nello spazio allargato attorno in prospettive fuggenti verso orizzonti infiniti, calamita per lo
sguardo. I quadri così attraggono gli osservatori sulle imbarcazioni: nel raccontarne il viaggio li
portano con sè.
La scelta estetica è pertanto quella di far sentire attraverso il colore il fragore dei marosi, il
beccheggio sulla marea, il salmastro in bocca e le brezze, gli spruzzi sulla pelle che si confondono
col sudore del lavoro. Hanno un ruolo centrale le variazioni del bianco e i toni del blu, ora profondi
ora emersi in chiaro, sposati a sfumature d’ombra o a tonalità d’aria e calore, ognuna carica di una
luminosità in movimento.
In punta di pennello, con delicata temperatura tonale, Carolina trasforma dunque lo spettatore in
viaggiatore, ne fa un passeggero a fianco degli equlpaggi imprimendo in acquerello i corpi colti in
attività, sull’acqua mai ferma, mai uguale, col sale sulle labbra, le raffiche che spingono. In ogni
piano ravvicinato così come in ogni ampia vista a volo di gabbiano, chi guarda è portato a intuire la
forza delle braccia, le mani salde al timone, gli occhi ora all’effimera traccia della scia, ora alla prua
e oltre, le menti concentrate sulla navigazione.
Opera per opera, l’artista conduce sotto cieli diversi, la notte seguendo i brividi degli astri, il giorno scrutando nubi in perpetua metamorfosi.
Si percepisce in ciascun lavoro, in particolare dove la trama cromatica confonde albe e tramonti,
luce e buio, il trascorrere di un tempo inconsueto e quasi sospeso nei passaggi di latitudine e
longitudine. La rappresentazione in questo modo accompagna chilometro per chilometro lungo una
dimensione oceanica in costante espansione, viaggiando attraverso tre capi, Buona Speranza, Horn
e Leeuwin e suggerendo il percorso di porto in porto, di gente in gente, per firmamenti di
costellazioni su distese marine che cambiano in divenire.
Elena Carrea